Lo Shiatsu (termini giapponese che significa letteralmente: pressione con le dita) nasce in Giappone, ma affonda le sue origini nella medicina tradizionale e in discipline corporee cinesi quali il Do-In e l’Anma, tecniche importate nel Paese del Sol levante tra l’VIII e il IX secolo D. C., aventi la funzione di ristabilire lo scorrimento dei flussi energetici attraverso linee ideali definite meridiani.
Riconosciuto in Giappone come pratica autonoma a partire dagli anni ’50, viene definito dal Ministero della Sanità nipponico come: “… una forma di manipolazione che si esercita con i pollici, le altre dita e i palmi delle mani senza l’ausilio di strumenti meccanici o di altro genere.
Consiste nella pressione sulla cute, intesa a correggere le disfunzioni interne, a migliorare lo stato di salute e a trattare malattie specifiche”.
Consiste nella pressione sulla cute, intesa a correggere le disfunzioni interne, a migliorare lo stato di salute e a trattare malattie specifiche”.
Esistono molti stili di Shiatsu, ma i due principali sviluppatesi in Occidente sono quelli comunemente denominati Namikoshi e Masunaga dai nomi dei due Sensei (maestri). Il metodo creato e diffuso da Shizuto Masunaga, in particolare, apre lo Shiatsu alla dimensione energetica della persona ricevente nella sua pienezza d’individuo, attuando un collegamento ed uno scambio tra questi e l’operatore.
Questo nuovo stile risulta pertanto meno soggetto alla rigidità codificata dei movimenti, presenti in altri metodi “tradizionali”, abbracciando ed ampliando il concetto dei meridiani energetici come canale preferenziale per l’interazione tra operatore e ricevente.
Questo nuovo stile risulta pertanto meno soggetto alla rigidità codificata dei movimenti, presenti in altri metodi “tradizionali”, abbracciando ed ampliando il concetto dei meridiani energetici come canale preferenziale per l’interazione tra operatore e ricevente.